Anna Bolena, un software svela (probabilmente) il suo volto

Anna-Bolena

Se così fosse, sarebbe una grave beffa per le due rivali nel volubile cuore di Enrico VIII, Anna Bolena e Jane Seymour. Le due dame (la prima delle quali, dopo essere stata causa scatenante dello Scisma della Chiesa anglicana, fu decapitata nel 1536 con le accuse di tradimento, incesto e stregoneria per far posto alla seconda) sarebbero state scambiate l’una per l’altra in un famoso ritratto chiamato “Nidd Hall Portrait”. La donna raffigurata sarebbe la seconda e più celebre consorte del re d’Inghilterra, non la terza, mentre i due più famosi ritratti che rappresenterebbero Anna Bolena e conservati alla National Portrait Gallery di Londra, non sarebbero suoi.

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A sostenerlo sono stati alcuni ricercatori dell’University of California di Riverside (in primis il professore Roy-Chowdhury) i quali hanno applicato ai dipinti una particolare tecnica di riconoscimento dei visi basata su un algoritmo. Hanno preso come riferimento una miniatura che si trova al British Museum e che è considerata l’unico ritratto autentico di Anna Bolena, la famosa medaglia “Moost Happi”, un disco di piombo di quattro centimetri di diametro, e l’hanno confrontata con “Anna Bolina”, copia della fine del XVI secolo di un dipinto del 1533 (anno del matrimonio di Anna ed Enrico), e con il “ritratto del Castello di Hever”: ebbene, gli esperti sono arrivati alla conclusione che quelle due immagini non sono della sfortunata regina. Di Anne Boleyn (il suo nome in inglese) rimangono sono dei ritratti postumi, come appunto il “Nidd Hall”, che assomiglia molto a quello del medaglione.

La confusione sulle fattezze della donna che regnò a fianco di Enrico VIII per tre anni, dipende dal fatto che quasi tutto ciò che le apparteneva, fosse stato distrutto dopo la sua esecuzione. Ma quando Elisabetta I salì al trono, i ritratti della madre ritornarono in auge. Perciò gli scienziati sono del parere che le immagini di nobildonne dell’epoca fossero stati “truccati” per farli assomigliare ad Anna Bolena.

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Questo software che avrebbe provato l’esistenza di un altro ritratto della sovrana, è stato utilizzato anche per individuare i volti di altri personaggi storici della cultura, come Michelangelo (in un quadro di Caravaggio), Mantegna (un autoritratto) e Shakespeare, ma senza successo.