Attentato al Museo del Bardo, arrestato nel Milanese un 22enne marocchino

Abdelmajihd Touil

 

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Svolta nelle indagini per l’attentato avvenuto il 18 marzo al Museo del Bardo a Tunisi, nel quale rimasero uccise 24 persone, tra cui 4 italiani. Nella serata di martedì 19 maggio è stato arrestato a Gaggiano (Milano) un 22enne marocchino, Abdel Majid Touil, accusato di aver fatto parte del commando che ha pianificato e portato a termine l’attacco.  Al momento dell’arresto – avvenuto grazie ad un’operazione congiunta della Digos, del Ros dei carabinieri assieme agli 007 tunisini e alle forze di polizia – il ragazzo si trovava a casa con la sua famiglia.

Ora è indagato dalla Procura di Milano con l’accusa di terrorismo internazionale. In particolare deve rispondere di omicidio volontario con premeditazione, di cospirazione al fine di commettere attentati contro la sicurezza interna dello Stato, di commettere un attentato allo scopo di mutare la forma di governo, di incitare la popolazione ad armarsi l’una contro l’altra e provocare disordini sul territorio tunisino, di sequestro di persona a mano armata, di partecipazione ad addestramento militare all’interno del territorio tunisino e di utilizzo del territorio della Repubblica al fine di reclutare e addestrare persone per commettere reati terroristici.

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E’ emerso che Abdel Majid Touil era arrivato in Italia con un barcone un mese prima dell’attentato. Sbarcato a Porto Empedocle, era stato identificato come clandestino e gli era stato notificato un ordine di espulsione dal questore di Agrigento. Aveva anche utilizzato un nome falso. Il 22enne avrebbe ricevuto un’ “intimazione”, cioè un foglio con obbligo di lasciare il Paese entro 15 giorni, che viene consegnato in stato di libertà; sarebbe allora tornato in Africa e in Tunisia sarebbe appunto stato uno degli organizzatori ed esecutori materiali dell’attentato al Museo del Bardo – altri due, tunisini, sono rimasti uccisi in uno scontro con le forze dell’ordine locali –.

Tuttavia la madre e il fratello del marocchino arrestato lo difendono, affermando che il giovane è sempre rimasto in Italia con loro. Anzi la madre Fatima sostiene, parlando al Corriere della Sera”, che il 18 marzo il figlio era davanti alla tv e ha visto con lei le immagini dell’attentato: “La jihad non gli piace per niente”, frequenta una scuola di italiano il lunedì e il giovedì e sta cercando lavoro, assicura la donna. Aveva anche fatto una denuncia per smarrimento del passaporto, ragion per cui spiega la madre, Abdel Majid non avrebbe potuto andare in Tunisia senza i documenti: ma la denuncia di smarrimento del passaporto è successiva all’attentato. Invece una vicina ricorda di aver sentito che una professoressa di italiano aveva visto l’allievo a lezione il giorno della strage.

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Intanto è stata fissata il 22 maggio  davanti ai giudici della quinta sezione penale della Corte d’Appello di Milano la prima udienza per decidere sull’estradizione del giovane in Tunisia.