Caso Yara, Mohamed Fikri sarà risarcito con 9.000 euro

Fikri

Mohamed Fikri, ex muratore oggi ventiseienne che lavorava nel cantiere di Mapello dove sono state rinvenute tracce di Yara Gambirasio e arrestato il 4 dicembre 2010 con l’accusa di seviziato e ucciso la tredicenne di Brembate di Sopra, è stato definitivamente scagionato e la Corte d’Appello di Brescia ha deciso che gli spettano circa 9.000 euro di risarcimento (anche se sembra che la cifra richiesta fosse molto più elevata) per l’ingiusta detenzione di tre giorni che ha dovuto subire e per essere rimasto iscritto nel registro degli indagati fino all’agosto 2013.

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Si sta valutando se intentare una causa anche in sede civile. Mohamed era finito in carcere a Bergamo per un errore di traduzione di una sua frase in arabo che era stata intercettata (la frase era “Allah, fa che risponda”, ma era stata interpretata come “Allah, perdonami, non l’ho uccisa io”) e i traduttori erano stati scelti a caso tra persone che si trovavano in procura per loro motivi personali.

Ora, con nuovi interpreti, si è arrivati alla sedicesima e definitiva traduzione che scagiona completamente l’ex muratore dall’omicidio. “Non voglio parlare più di questa storia”, dice adesso lui. Nel frattempo ha ottenuto il permesso di soggiorno nel nostro paese, “ma il lavoro ancora no. Non è cambiato molto da prima”.

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Nel luglio scorso Mohamed diceva di sentirsi “marchiato a vita” per ciò che gli era accaduto, che per questo nessuno voleva dargli un nuovo impiego. Oltretutto, raccontava: “Persino in Marocco non posso tornare. Le informazioni arrivano nel mio paese in modo frammentario. Quando hanno arrestato Bossetti, poche settimane fa” (il 16 giugno), “credevano che fossi ancora in carcere: non hanno capito insomma che sono stato riconosciuto totalmente estraneo ai fatti”.