Indonesia: la rabbia si cura eliminando direttamente i cani infetti

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A Bali la rabbia si combatte attraverso l’eutanasia di massa dei cani, non con una semplice vaccinazione come avviene nel resto del mondo.

Sembra incredibile, ma è proprio così. Il governo locale ha deciso di procedere con un‘eliminazione a tappeto dei cani, che vivono sull’isola di Bali, per sostenere la propria campagna contro la rabbia. Infatti – così come viene riportato in una nota – la priorità è il turismo e tutto il resto viene dopo.

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Non si tratta di un fenomeno nuovo, viste le numerose proteste che, ormai da tempo, gli animalisti di tutto il mondo portano avanti, ma ora un video della durata di 16 minuti, che sta rimbalzando su Youtube, ne conferma l’atrocità.

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Il gruppo australiano della Peta ha definito tutto ciò come un “assurdo massacro“, dimostrando come un programma di vaccinazione locale, mirato e programmato, sarebbe sufficiente per diminuire in maniera incisiva il numero di casi di infezione e, quindi, di trasmissione della malattia agli uomini.

Alle accuse sporte dagli amici dei quattro zampe, tuttavia il Dipartimento di Zootecnia di Bali risponde, senza troppo scomporsi, che questa è la pratica, dal momento che i cani sono frutto di un’azione di contrabbando, per cui, non essendo di nessuno e non essendo, soprattutto, vaccinati nei confronti della rabbia, possono essere eliminati. I loro proprietari hanno 24 ore di tempo, dal momento della cattura del cane, per rivendicarne la restituzione, altrimenti l’animale può essere “giustamente”, perché così prevede la legge, abbattuto.

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Il video, che è particolarmente forte, per cui si è deciso di non pubblicarlo in questa sede, testimonia le atrocità condotte sugli animali, che vengono eliminati con una frequenza pari a circa 30 soppressioni ogni quarto d’ora. Collie, Barboncini, Siberian Husky e Carlini sono tra le specie maggiormente colpite dall’ordinanza e sono solo dei cuccioli, inermi, quelli che un veterinario uccide con un’iniezione letale al cuore, mentre uno o due inservienti li tengono fermi. Dopo di che, vengono presi per la coda e gettati via.

La rabbia è una malattia virale, che colpisce i cani, ma anche alcuni animali selvatici, come procioni, molfette o pipistrelli, e che può essere trasmessa anche all’uomo attraverso un morso, da parte di un animale infetto.

La sintomatologia inizialmente si manifesta con un forte nervosismo da parte del cane, che mostra un comportamento anomalo rispetto a quello abituale, fino a mostrarsi aggressivo. A ciò si affiancano una forte ipertermia e  problemi di coordinazione motoria, dovuti alla localizzazione del virus in sede cerebrale.  Uno dei segni patognomonici della rabbia è l’abbondante presenza di schiuma nella bocca del cane, che tenta di mordere chiunque gli si avvicini.

La diagnosi viene effettuata mediante un test di immunofluorescenza, condotto sul sangue dell’animale.

La terapia si basa sulla somministrazione di farmaci specifici, dati all’animale che va tenuto in isolamento.

Fondamentale è la prevenzione, soprattutto nelle zone a rischio,effettuata mediante la vaccinazione del cane.

Nell’uomo la rabbia ha un periodo di incubazione, che varia tra le tre e le sei settimane. Anche in questo caso, inizialmente la malattia si manifesta con stati di eccitazione, forte paura dell’acqua (idrofobia) dovuta ad un significativo spasmo della laringe, scarso coordinamento motorio, mentre, nella fase avanzata, intervengono aritmie cardiache importanti, che possono portare il soggetto a morte.

Tuttavia, ci si può difendere abbastanza facilmente dal contagio del virus della rabbia, mediante una vaccinazione o pre o post contatto con l’agente eziologico.

Al momento a Bali questa soluzione non sembra sia stata presa in seria considerazione, ma gli animalisti stanno facendo una raccolta firme(al momento ne sono state raccolte 20.000) per poter fermare l’uccisione dei cani, mediante una vaccinazione di massa degli animali, che così possono essere difesi da un eventuale contagio della malattia.