Le famiglie italiane scelgono la prudenza: meglio i conti delle azioni

Le famiglie italiane scelgono la prudenza

Se la crisi che ha colpito l’economia internazionale a partire dal 2008 sembra finalmente lasciare spazio a qualche schiarita e a un po’ di ottimismo, il recente andamento delle Borse cinese sembra smorzare l’entusiasmo degli investitori italiani. Soprattutto delle famiglie. I dati, in realtà, ritraggono una situazione molto favorevole per chi volesse investire senza correre troppi rischi ma le paure generate dalla complessa situazione che anche i risparmiatori stanno lasciandosi alle spalle danno vita ad atteggiamenti di maggiore prudenza.

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Cosa accade alle Borse cinesi

Le Borse cinesi, in questo inizio di 2016, sono state colpite da una vera e propria Tempesta perfetta. Da giorni, infatti, fanno registrare continui crolli che generano timori e prudenza su tutti i mercato internazionali. Un esempio: il 15 gennaio, alla borsa di Shanghai, lo Shanghai Composite ha chiuso la seduta con un pesante calo del 3,6 per cento a 2.900,97 punti. È il nuovo minimo fatto registrare dall’indice dallo scorso 26 agosto. Non va meglio per lo Shenzhen Composite, che ha perso il 3,4 per cento a 1.796,13 punti, né per il ChiNext Price, che ha fatto registrare un calo del 2,9 per cento a quota 2.112,9. Secondo indiscrezioni, inoltre, alcune banche avrebbero smesso di accettare azioni come collaterale per concedere prestiti.

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I riflessi sugli investimenti italiani

Questa crescente situazione di incertezza, legata anche agli inevitabili riflessi che il calo di Shangai ha avuto sulla moneta cinese, porterà, senza dubbi, a un atteggiamento di maggiore prudenza da parte degli investitori italiani, soprattutto delle famiglie, nell’investire in azioni o fondi azionari. I mercati europei e quello statunitense, infatti, non sono stati immuni dal crollo delle principali piazze cinesi e hanno subito pesanti contraccolpi, chiudendo in negativo. L’atteggiamento di maggiore prudenza, quindi, porterà a un rallentamento del ritrovato entusiasmo (seppure con cautela) verso gli investimenti. Inoltre, a contribuire alla diffusione si un sentimento di prudenza è stato anche il crac delle banche Popolare Etruria, Banca Marche, CariFerrara e Cari Chieti. È stato questo, infatti, l’evento scatenante che ha portato le obbligazioni, soprattutto quelle bancarie, a non godere al momento di grande popolarità.

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Conti correnti e conti deposito restano la strada preferita dalle famiglie italiane

Dalle recenti rilevazioni condotte sia dalla Banca di Italia che dall’Istituto nazionale di Statistica (Istat) emerge che restano i conti correnti insieme con i conti deposito la strada preferita dai piccoli risparmiatori italiani per beneficiare di margini di guadagni garantiti. Investire con cautela si traduce spesso, proprio nell’optare per questa tipologia di scelta. Secondo studi recenti, infatti, cresce la quota di liquidità immobilizzata in conti correnti e deposito dagli italiani. Il dato si aggira intorno ai mille miliardi. Nel vasto panorama delle opzioni presenti sul mercato è preferibile scegliere un prodotto, come quello offerto dalla banca online di diritto olandese Ing Direct, Conto Corrente Arancio, un conto corrente zero spese funzionale, selezionabile direttamente dal sito dell’istituto di credito e capace di modellarsi alle esigenze dei singoli clienti e dei singoli piccoli e medi investitori.

Ma qual è la reale situazione italiana?

Al di là delle preoccupazioni nata in seguito ai recenti andamenti delle Borse, trainate dalla situazione che ha preso piano piano piede sulle piazze cinesi, quello che emerge, secondo i più recenti dati diffusi da Assoreti, la situazione italiana, a novembre, sembra essere caratterizzata da un ritorno di interesse e fiducia verso la possibilità di effettuare investimenti. Nel penultimo mese del 2015, infatti, l’Associazione delle banche e delle imprese di investimento che prestano il servizio di consulenza in materia di investimenti indicava una raccolta netta positiva per le reti di promotori finanziari di 2,5 miliardi di euro, con un aumento del 31,8 per cento rispetto ottobre. Le risorse nette investite in prodotti del risparmio gestito, inoltre, ammontavano a 1,7 miliardi di euro (in crescita del 24 per cento sul mese di ottobre).