Massacro di animali alla cerimonia religiosa di Gadhimai

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In occasione della celebrazione della divinità Gadhimai, che si terrà i prossimi 28 e 29 novembre in Nepal a Bariyarpur, numerosi animali rischieranno la vita poiché verranno destinati al sacrificio in onore della dea. Per questo motivo numerose associazioni animaliste di diversi paesi si stanno mobilitando attraverso cortei e manifestazioni, tra cui emerge quello tenutosi a Roma lo scorso 28 ottobre da Animal Equality, nei pressi dell’ambasciata indiana. Numerosi difensori del mondo degli animali si stanno infatti rivolgendo al governo indiano per fermare questo massacro ingiustificato, poiché la celebrazione religiosa che si ripete ogni cinque anni, prevede il trasporto di un consistente numero di animali dall’India al Nepal, tappa ultima di queste creature dove, secondo la prassi del rituale religioso, troveranno la morte. Schiere di animalisti si stanno muovendo al fine di convincere il governo indiano a vietare il passaggio degli animali verso il Nepal, poiché questi ultimi partiranno proprio dall’India. L’ultima celebrazione in onore di Gadhimai risale al 2009 e le varie associazioni animaliste vogliono ricordare l’agghiacciante epilogo di questo rituale religioso per smuovere le coscienze riguardo l’assurdità di tale pratica. I sacrifici di animali per motivi religiosi rimandano al passato ed oggi non possono trovare più spazio.

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1413062480374_wps_7_article_1230514_0757C4270Nella tradizione hindù il festival di Gadhimai è molto importante poiché rappresenta un’occasione per onorare la Madre Terra, divinità che simboleggia la generazione della vita e le energie primordiali, e venerandola con l’offerta di doni, l’uomo ottiene in cambio dei benefici. Solo che questi “doni” sono rappresentati dal sacrificio di numerose creature viventi, circa 200.000 animali tra bufali, capre, maiali e mucche, solo per dirne alcuni. Molti devoti di questa festa si stanno preparando per recarsi a Bariyarpur dai luoghi vicini, con animali, come accade da circa duecento anni, e spesso questi ultimi verranno introdotti nel territorio del Nepal illegalmente, senza controlli sanitari. Il festival di Gadhimai è stato definito come il più grande massacro di animali nel mondo, ma dopo molte pressioni da parte di Animal Equality il governo indiano si è impegnato affinché ci siano maggiori controlli sulle frontiere al fine di impedire o almeno ridurre il più possibile l’uccisione di animali durante la festività, fermando il loro traffico lungo il confine tra India e Nepal. Inoltre, il ministero degli affari interni indiano ha ordinato agli stati confinanti di adottare lo stesso comportamento.

9736472Così, sembra che Animal Equality abbia ottenuto una piccola vittoria anche se in realtà l’associazione, insieme a milioni di animalisti, non stanno abbassando la guardia, ma tengono costantemente il fiato sul collo al governo indiano per assicurarsi che le promesse fatte non rimangano tali, ma vengano concretizzate, soprattutto dopo quanto accaduto nel 2009. Anche allora l’India si era impegnata a contrastare l’uccisione degli animali, ma con scarsi risultati e poca azione. A tal proposito Animal Equality avanza altre due specifiche richieste: di censire gli animali che varcheranno la frontiera e che i governi degli stati confinanti rispettino le ordinanze del governo indiano per fermare il movimento degli animali. Fino alla data del festival Animal Equality, associazioni e volontari si impegneranno per non mollare la presa e far valere le loro richieste. Esse rappresentano non solo la volontà di salvare la vita di centinaia di esseri viventi, ma anche la volontà di ripudiare la violenza in ogni sua forma e manifestazione da un mondo che purtroppo ne ha già abbastanza. Lo stesso Gandhi, vegetariano e rispettoso di ogni forma di vita, professava il culto della non-violenza come la sola arma possibile per rendere migliore il mondo.

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Chiunque voglia fare la sua parte in questa battaglia a favore della vita basta andare sul sito www.fermiamoilsacrificio.org dove si raccolgono firme on-line affinché venga fermato il passaggio degli animali dall’India al Nepal.