Mostra a Firenze, le donne che digiunarono per Falcone e Borsellino

donnedeldigiuno
Il 19 luglio 1992
,
a poche ore dall’attentato in via D’amelio in cui persero la vita il giudice antimafia Paolo Borsellino e i cinque agenti della scorta (Agostino Catalano, Emanuela Loi, Vincenzo Li Muli, Walter Eddie Cosina e Claudio Traina), a Palermo un gruppo di donne si diede appuntamento nella piazza centrale, tra il campanile della chiesa cittadina e l’orologio municipale per dare voce a un urlo di disperazione e rabbia per la vittoria che i prepotenti di sempre avevano per l’ennesima volta raggiunto.
Scelsero di farlo attraverso un’azione pregna di storia e significato: si riunirono per digiunare, li’ al centro della città, sotto quegli occhi costretti a essere chiusi da sempre. Sembrava quasi un modo per dire:” se voi volete vederci vivere, per essere continuamente violentate e schiacciate nel profondo della nostra dignità, noi donne che biologicamente diamo materialmente la vita, scegliamo di metterla a rischio, non mangiando, perchè la vita non è questa roba, la violenza datela alle larve.”

Sono passati ventidue anni da allora, e queste donne, oggi 14 ottobre, si sono ritrovate insieme nel lavoro di Francesco Francaviglia, a Firenze, nell’aula di San Pier Scheraggio della Galleria degli Uffizi. Molti i volti noti alla storia: Pina Maisano Grassi, moglie di Libero, l’imprenditore assassinato per essersi ribellato al pizzo; Simona Mafai, storica capogruppo comunale del Pci; la fotografa Letizia Battaglia; l’ex sindaco di San Giuseppe Jato, Maria Maniscalco; Michela Buscemi, passata agli onori della cronaca per essersi costituita parte civile al maxiprocesso del 1985 dopo l’assassinio dei suoi due fratelli; Luisa Morgantini, ex vice presidente del Parlamento Europeo e la cantante Giovanna Marini, giunte da Roma per partecipare all’iniziativa delle palermitane.

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Ma ci sono anche i ritratti di donne che hanno scelto di resistere nella classe di una scuola, in un ufficio della Regione, in un quartiere complesso e denigrato come quello dello Zen: Bice Salatiello, Virginia Dessy, Anna Puglisi.

Dopo gli Uffizi toccherà al Centro Italiano per la Fotografia d’Autore a Bibbiena ospitare la mostra, curata da Tiziana Faraoni photoeditor de L’Espresso, e accompagnata da un audioproject ideato da Giuditta Perriera in cui ritornano le voci del passato: frammenti di telegiornali, le interviste a Falcone e Borsellino, le testimonianze di quei pentiti che materialmente uccisero i due uomini della legge, che scegliendo di adempiere fino in fondo al loro dovere, combatterono profpondamente la mafia.

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Ritratti di donne rimaste
come allora a digiuno di risposte e verità, come afferma nella presentazione della mostra Franca Imbergamo, magistrato della Procura nazionale antimafia: “A distanza di tanti anni da quel terribile 1992 a Palermo, e poi 1993 a Firenze, Roma, Milano, i volti delle donne del digiuno riemergono, attraversati dal tempo ma ancora febbricitanti di passione civile… Rivedere oggi quei volti nelle foto di Francesco Francaviglia, significa misurare tutto il dolore e l’orrore di quanto è accaduto e tutto l’immane vuoto di verità che, ancora oggi, nonostante tutto, avvolge le stragi… Una scia di sangue che non si interrompe nell’estate siciliana del 1992 e sale lungo la penisola, nei luoghi simbolo della vita della nazione per seminare il terrore…”

La Galleria degli Uffizi, oggi ha scelto di diventare il teatro di quelle storie che raccantano una fila ininterrotta di puntini sospensivi, racchiusa nei trentuno ritratti scelti da Francaviglia che afferma: “ho scelto il volto di Rita Borsellino per chiudere il libro catalogo perché è il volto di tutte le donne che in quell’estate del ’92 piansero, si disperarono ma continuarono a lottare.”
Il libro – catalogo a cura di Marco Delogu, edito da Postcart è in vendita presso le librerie Feltrinelli, ed include testi di: Pietro Grasso Presidente del Senato, Leoluca Orlando Sindaco di Palermo, Franca Imbergamo Magistrato della Procura Nazionale Antimafia, Antonio Natali Direttore della Galleria degli Uffizi, Letizia Battaglia fotografa, Salvo Palazzolo giornalista de La Repubblica, e svariate testimonianze delle donne ritratte.