Nigredo di Stefano Delacroix (I libri di Emil)

Non posso che definire entusiasmante il nuovo lavoro dello scrittore Stefano Delacroix, dal titolo emblematico “Nigredo” edito da I Libri di Emil. La perizia dell’autore è stata notevole nel delineare ambientazioni, profili psicologici dei personaggi, contesti storici, riuscendo addirittura a creare una narrazione che avvince dalla prima all’ultima pagina, e tiene desta l’attenzione del lettore in maniera totale.

Se dovessi proporre un’analisi approfondita e su più livelli dei contenuti illustrati  da Delacroix, non potrei non dichiarare che si tratta di un’opera carica di valori sani, genuini, di certo lontani dalla nostra epoca, ma che mantengono invariato il fascino di significati e significanti come la cavalleria, l’impegno della parola data, multiversi semantici di un’etica che forse dovremmo cercare di recuperare.

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Il linguaggio è variegato e multiforme, nel senso che con estrema delicatezza l’autore raggiunge vertici di erudizione notevole, oppure cede alle lusinghe di una discorsività piana che risulta gradevole sia ad un pubblico più smaliziato che ad una platea meno onnivora di prodotti editoriali. Stefano Delacroix è un autore che sa usare la penna e diversi codici e grammatiche, tanto da saper e poter parlare di sentimenti estremi e situazioni al limite, tanto da saper e poter trattare con la stessa perizia tanto di amore carnale, quanto di amore sentimentale, tanto del tema della morte che del miraggio della vita eterna. Insomma un libro intrigante e interessante come non se ne vedono e non se ne leggono da tempo.

La storia si sviluppa tra la rivoluzione popolare francese del 1789 e il movimento illuminista, e racconta della  misteriosa  ed esoterica vita di Vincent Fernand Daudet, uomo dall’oscuro passato, metà erborista, metà guaritore (un po’ come si definiva il grande Bernardo di Chiaravalle), forse interamente alchimista. Splendidi i numerosi riferimenti che Stefano Delacroix fa in Nigredo a Voltaire, Diderot, Montesquieu (i grandi illuministi del 700 francesi)  e a Rousseau che cita sovente soprattutto circa il concetto di iniquità più che di giustizia e uguaglianza.

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Ma perché è un testo che consiglio vivamente. Dopo molte uscite editoriali degli ultimi due o tre anni pseudo esoteriche, questo è un romanzo realmente iniziatico, perché entra nel vivo di una materia incandescente come l’Alchimia, e lambisce universi simbolici vicinissimi a nobili ordini come quelli della Rosa Croce. Non è un caso che si chiami Nigredo questo volume, perché volutamente l’autore vuole dichiarare che al di là di un primo approccio strettamente alchemico, l’opera è un viaggio spirituale di purificazione interiore da uno stato prossimo alla grettezza della materia sino al raggiungimento di a uno spazio oltrefisico. Un libro da avere nella propria biblioteca

Stefano Delacroix classe 1966, vive e opera a Taranto. Viene scoperto da Maurizio Montanari, e portato nella scuderia di Mimmo Locasciulli, pubblicando tra il ’94 e il ’97 i primi due album da solista, RIBELLI e LA LEGGE NON VALE (entrambi per ed. Hobo e distribuzione Sony Music). Dopo aver presentato i suoi brani in Italia, nel 2007, decide di pubblicare i primi due romanzi LA MEMORIA DEL MARE (ed. La riflessione) e PERISTALSI (ed. Il Foglio). Per Lupo editore pubblica Il Sesto (che arriva a ben due edizioni) una raccolta di racconti carichi di suspence in bilico tra il noir e un surrealismo estremo