Sulle tracce di Roma: il Colosseo

« Finché esisterà il Colosseo, esisterà anche Roma;
quando cadrà il Colosseo, cadrà anche Roma;
quando cadrà Roma, cadrà anche il mondo »

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Profezia di Beda il Venerabile

Dal suo natale sino ai giorni nostri, Roma resta città eterna e sancisce un ponte tra antico e moderno attraverso le sua memoria materiale, quella stessa memoria che spesso, troppo presi dalla frenesia del quotidiano, ci dimentichiamo di aver sotto il naso. In occasione dell’Anno Santo sancito dal Pontefice a partire da dicembre 2015, vogliamo proporre un piccolo viaggio virtuale tra i monumenti più famosi dell’Urbe, iniziando appunto dal notissimo Colosseo.

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Il nome autentico è Amphitheatrum Flavium dal nome della gens Flavia che ne aveva predisposto i lavori di costruzione. Nell’anno 72 d.C. l’imperatore Vespasiano diede il via ai lavori che furono poi conclusi dal figlio Tito nell’80 d.C. Al termine vennero celebrati 100 giorni di festa tra giochi e combattimenti per l’inaugurazione.

L’improprio nome di Colosseo, diffusosi in epoca medievale, secondo alcuni è dovuto alla grandezza della costruzione in contrapposizione alle case adiacenti mentre sembrerebbe infondata la possibilità dell’enorme statua dedicata a Nerone costruita accanto, in quanto sembra non essersi conservata memoria durante il medioevo, anche se sappiamo come la sua figura sia avvolta nella damnatio memoriae più oscura.

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La struttura veniva utilizzata per gli spettacoli di gladiatori e altre manifestazioni pubbliche. Dal punto di vista architettonico esprime le caratteristiche della prima Età Imperiale, basate sulla linea curva e avvolgente della pianta ellittica e sulla complessità dei sistemi costruttivi.

Il Colosseo nel tempo ha subito diversi restauri, il primo già Antonino Pio, imperatore dal 138 al 161 d.C. Dopo la caduta dell’impero Romano ci furono altre opere di risanamento in seguito ad un’altro terremoto avvenuto intorno al 484 o 508.
Ad un certo punto il grande Anfiteatro Flavio fu abbandonato e nel VI secolo adibito ad area di sepoltura; in seguito, usato come abitazione. Nel 1744 Papa Benedetto XIV lo consacrò alla passione di Cristo e vi fece costruire le 15 tappe della Via Crucis, in memoria dei martiri cristiani sacrificati nell’arena.

Le nuove opere di restauro sono vincolate a proteggere il monumento che dopo tante peripezie è arrivato ai nostri giorni, con diversi pezzi in meno ma sempre carico di splendore.