Terrorismo, al-Nusra e Isis minacciano l’Occidente

Al-Nusra (1)

Abu Mohammad al-Julani, capo di al-Nusra, organizzazione legata ad al-Qaeda in Siria, minaccia l’Occidente e in particolare “i popoli dell’America e dell’Europa”, se i raid della coalizione guidata dagli Stati Uniti continueranno. Ciò “porterà la guerra” nei paesi di questi popoli, “da lontano fin nelle” loro “case”, tuona al-Julani. “I vostri dirigenti non saranno i soli a pagare il prezzo della guerra: voi pagherete il prezzo più alto” a causa della “vostra guerra contro i musulmani e i jihadisti” e “contro l’islam”, una guerra dell’ “asse del male” con a capo “il Paese dei cowboys”.

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Intanto da Bruxelles, dove si trova per partecipare al convegno “Strategia per la sicurezza della Ue”, allo scopo di elaborare nuove leggi per la sicurezza del Vecchio Continente, il ministro dell’Interno Angelino Alfano dichiara: “La minaccia del terrorismo ha assunto nuove forme e modalità operative e richiede progressi sul piano normativo. Nel nostro paese l’allerta è elevata, anzi elevatissima, pur in assenza di una minaccia specifica”. “Siamo parte di una grande comunità che è oggi sotto attacco da parte di un califfo e di un sedicente Stato e di una organizzazione criminale che ha condizioni, soldi e uomini che nessuno ha mai avuto”.

Poi Alfano cita un rapporto settimanale dell’Unione europea che parla di “un numero di 48” jihadisti “legati in qualche modo all’Italia in termini di transito o in termini di passaggi vari effettuati nel nostro paese”.

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Per una maggior sicurezza contro il terrorismo “a livello europeo sono per un rafforzamento della registrazione dei passeggeri dei voli Schengen“, spiega il ministro, per “evitare che magari dei cittadini europei vadano su quei territori a combattere e che dopo, essendosi ulteriormente radicalizzati, tornino indietro con la volontà di realizzare la strategia dei mille tagli”. Mentre “a livello italiano sono pronto a presentare al Consiglio dei ministri e al Parlamento alcune norme molto severe: una riguarda uno stretto controllo di polizia su soggetti che specificamente possono essere considerati a rischio e che possono anche avere in mente di andare nei teatri di guerra, specificando meglio le misure di prevenzione che oggi vengono applicate per esempio ai mafiosi“; poi è necessario  “colmare quella lacuna normativa del nostro codice che impedisce e che rende anche difficile punire chi voglia andare a combattere in terra straniera pur non essendo il reclutatore”. Quando finirà tutto questo? Anzi, finirà?

 

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