Trieste: colta città mitteleuropea

Trieste, antica città di confine, città di mare, di transito per l’Europa nord-orientale, per i Balcani, per il Sud. La città colta dei salotti letterari del primo Novecento, da cui provengono nomi di grandi scrittori della letteratura come Italo Svevo e Umberto Saba. Città amata anche da poeti e scrittori d’oltralpe, come Joice, in memoria del quale si trova una statua: è Trieste, la più avanzata delle città italiane, perchè aperta agli influssi dell’Europa del Nord-Est. Nell’Italia degli anni’50 si fasciavano i neonati, qui no, la nonna triestina aveva insegnato che non si faceva più.

Anche la sua storia fu sofferta: visse l’Irredentismo, gli Italiani che volevano passare al di qua del Confine, nei primi del Novecento, per non essere austriaci: “Le ragazze, le ragazze di Trieste, cantan tutte  con ardore, o Italia o Italia del mio cuore, tu mi vieni a liberar…” diceva una canzone del’15-18…Poi subì il periodo drammatico, con la fine della Seconda Guerra Mondiale, del passaggio all’Italia tanto sospirato nel’45, diversamente dall’Istria, cui seguì la terribile tragedia degli italiani istriani che non riuscirono a fuggire dalla Iugoslavia di Tito…: quanti conoscenti o parenti di Italiani triestini dovettero scappare o morire…

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Eppure Trieste ritornò luminosa, radiosa, con la sua bella piazza dell’Unità d’Italia, affacciata sul blu del mare,davanti al lungo molo,con i suoi magnifici palazzi in stile mitteleuropeo, il famoso Caffè degli Specchi, dove bisogna concedersi una sosta per

In piazza a Trieste il caffè degli specchi
PhotoCredit: Cafe degli Specchi in Trieste, Italy -Johann Jaritz, Wikipedia

sorseggiare un caffè “in stile”- i bisnonni venivano qui a fare la spunta dei giornali-, mentre i bambini corrono forse ancora sulle pietre della piazza illuminate la sera…

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Attraverso un “sottoportego“, si raggiunge il quartiere che una volta era il “Ghetto ebraico”, oggi un delizioso incrocio di vicoli su cui si affacciano vecchie case e botteghe di antiquariato. A di là comincia la salita al Colle di S.Giusto.

E’ questo il centro storico della antica Trieste medioevale. Nel I° sec.d.C. vi si trovava già una basilica civile romana. oggi si possono ancora vedere l’antica Cattedrale, che ne ha preso il nome e, nella zona archeologica, i resti di un propileo (un antico portale greco),della basilica civile, dell’anfiteatro e dell’acquedotto, oltre ad una basilica paleocristiana, da cui fu ricavata un’altra chiesina, S.Maria Madre di Dio.

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Il luogo è dedicato appunto a S. Giusto: il sacello del santo, che ne contiene le reliquie sarebbe però più tardivo, di un periodo entro il X° sec., mentre la cupola e i mosaici interni risalgono ai sec. XII°-XIII°. In seguito la cappella fu allungata divenendo una vera

Cattedrale di San Giusto a Trieste
PhotoCredit: Cattedrale di San Giusto a Trieste – MatthiasKabel, Wikipedia

e propria chiesa. La Cattedrale di S. Giusto la  racchiude insieme ad un’altra chiesa omonima. Qui,in una parete del “basso campanile” si può trovare la statua del santo.Gli interessanti resti di epoca romana rivelano che già allora Trieste doveva essere una città, tanto che  Ottaviano la fece fortificare con delle mura. Per salire al colle di S.Giusto si può seguire la via Capitolina, una strada panoramica che conduce al Parco delle Rimembranze, dedicato ai “Caduti” in tutte le guerre, e alla Cattedrale. La via è disseminata di cippi di pietra carsica con i nomi dei caduti e di ignoti. La creazione del parco, che risale al Ventennio, culmina con una fontana a forma di obelisco.

Dalla cima del colle si abbraccia una vista unica, sconfinata su tutta la Baia di Trieste finoCastello Miramare Trieste alla punta, dove risalta il Castello di Miramare, immerso nel suo verdissimo parco. Nel Castello abitò il principe Massimiliano d’Asburgo con la moglie Carlotta, prima di partire come governatore per il Messico, dove purtroppo durante una rivolta fu catturato e fucilato.

A Trieste opere d’arte e preziosi pezzi d’antiquariato si possono trovare anche al Museo Revoltella, la galleria d’Arte Moderna della città, che in passato fu la dimora del barone Pasquale Revoltella. In tutto tra dipinti e sculture,vi si contano 350 opere, in parte di artisti italiani, della seconda meta dell’Ottocento, ospitati anche a pal. Brunner, acquistato dal Comune per allargare il Museo. Vi si possono ammirare opere di Fattori, De Nittis, Sironi, Carrà, De Chirico, Fontana, Manzù, Hayez e molti altri… In aggiunta vi si trovano molti arredi e libri del proprietario.

Dopo aver ammirato i magnifici palazzi ottocenteschi, a partire da quello del Municipio, in piazza Unità d’Italia, con la torre e il “sottoportego” del 1875, o il ben più antico Palazzo Menzi del 1600, facendo una sosta in luoghi celebri come il  Caffè S.Marco, storico punto di ritrovo degli intellettuali europei, o davanti a Porto Canale, per salutare Trieste bisogna abbracciare la vista del suo azzurro lungomare, su cui si affacciano proprio alcuni dei suoi più bei palazzi…Pare un’altra epoca e un altro vivere…

Grazia Paganuzzi